Vincenzo
ROMAGNOLI
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* 1/1/1936 Milano + 5/11/1999 Milano Il presidente della serie B e dello stadio della Galleana
spunta un po’ a sorpresa nell’estate 1965, quando occorre ridisegnare la
compagine societaria dopo le dimissioni di Bertuzzi e l’interregno di Loschi.
Piacentino con radici e interessi economici nel Milanese, figlio e nipote di
costruttori, è a capo di un’impresa edile che nel tempo diventerà un vero e
proprio impero del mattone. Non ha particolare interesse al mondo del calcio:
è entrato in società trainato dagli amici Zanasi e
Loschi, allo stadio si vede poco o niente. Approda alla guida del Piacenza
non ancora trentenne e porta una visione più manageriale: con lui si inizia a
parlare di serie B, di svolta professionistica e di nuovo stadio. Vorrebbe
far fare il salto di qualità a una società ancora con forte connotazione
localistica, le sue scelte vanno tutte in questa direzione. Ingaggia
allenatori di spessore nazionale come Radio e Puppo, non lesina risorse nelle sessioni di mercato e
nel 1968 lancia anche un progetto avveniristico e destinato a cadere nel
vuoto: quello dell’azionariato popolare per dare stabilità economica duratura
alla società, e nello stesso tempo consegnare il Piacenza ai piacentini. La
serie B arriva nel 1969 sotto la guida di Tino Molina,
giusto in tempo per l’inaugurazione del nuovo impianto della Galleana, da lui stesso realizzato. L’avventura tra i
cadetti, nella quale Romagnoli lascia per qualche mese la carica
presidenziale (ma non la proprietà né le decisioni) al vice Campelli, sarà carica di amarezze, le prime della sua
gestione. La squadra non gira, torna in serie C e dopo l’umiliante 0-5 finale
contro il Varese annuncia la cacciata di tutti i giocatori. Prova con una
nidiata di giovanissimi, sarà un fallimento. Prova con l’usato sicuro
richiamando l’amico Molina e alcuni veterani delle serie maggiori tra cui Caje Cella: altro buco
nell’acqua. Stanco e sfiduciato, molla la presa e nel gennaio 1972 dopo una
lunga trattativa condotta nel più assoluto riserbo cede la società a Luigi
Loschi. |