Giancarlo (“Caje”) CELLA (II)
|
*
5/9/1940 Bobbio (Pc) Ala sinistra, poi libero |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Da calciatore
Da allenatore
Fratello minore di Albino e come lui prodotto
del settore giovanile, arriva alla prima squadra grazie all’influenza
asiatica che falcidia i titolari prima della trasferta di Lucca. La sua
giornata di gloria è però il 9 febbraio 1958 a Novi Ligure: segna due gol nei
primi cinque minuti, e poco importa che alla fine vincano i piemontesi, è
nata una stellina. Il Torino se lo accaparra subito, inizia una brillante
carriera nella massima serie a cui manca solo la gioia della Nazionale: un
grave infortunio gli preclude il Mondiale cileno nel 1962 e ne rallenta
l’ascesa. Nel 1971 vince da riserva lo scudetto nell’Inter ma sente il
richiamo di casa e Loschi lo accoglie a braccia
aperte. Nel frattempo da attaccante è arretrato a mediano e poi libero,
proprio in questo ruolo dovrebbe essere uno dei leader della squadra di Molina che però arranca. Quando il tecnico si dimette
tocca a lui ricoprire il doppio incarico di giocatore e allenatore: porta a
termine la missione salvezza, poi di fronte alla richiesta di continuare
appende a malincuore gli scarpini al chiodo a soli 32 anni. Nelle sue tre
stagioni da allenatore biancorosso non ha vita facile, peraltro di pari passo
con le fortune alterne della squadra. Spesso è criticato per il livello del
gioco e per i risultati non in linea con le aspettative, soprattutto nel
campionato 1973/74, ma gli va dato atto di aver sempre tenuto il Piacenza ben
oltre la semplice linea di galleggiamento. La terza stagione è però quella
della frattura ormai insanabile col pubblico, che manda platealmente a quel
paese nel derby di ritorno con la Cremonese, ma anche con Loschi che vuole la
B a tutti i costi. Nel 1974 lascia il posto a Gibì Fabbri; a Piacenza tornerà dal 1989 al 1993, per
occuparsi del settore giovanile e in particolare della Primavera dopo la
partenza di Natalino Gottardo. |