Fulvio
COLLOVATI
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* 9/5/1957 Teor (Ud) Il suo ingaggio segna lo spartiacque tra due
epoche, il Piacenza tutto italiano e quello proiettato nel mondo del calcio
moderno voluto da Fabrizio Garilli.
Come sia finita, è sotto gli occhi di tutti. Resta il fatto che nell’estate
2001, dopo la promozione, Garilli decide di
ammainare due bandiere: Piovani in campo e Marchetti dietro la scrivania. Si dice che servono
dirigenti con maggiore appeal e con i contatti “giusti”, per far fare al
Piacenza il salto di qualità desiderato. Dunque ecco Collovati, con
l’altisonante ruolo di responsabile dell’area tecnica e al suo primo incarico
in assoluto nel settore. Con lui si vedono gli stranieri (Amauri e Matuzalem), i grandi colpi di mercato (Hubner, Poggi, Di Francesco) e tante, tante spese. Dura solo un
anno, poi si chiudono i rubinetti del contante e occorre arrangiarsi con
poco: era l’arte principale di Marchetti, Collovati preferisce andare sul
sicuro e si affida alla scuderia GEA dei Moggi, che porta Agostinelli come allenatore e una serie di
giocatori troppo acerbi o troppo maturi. La ciliegina è il tragicomico
scambio Caccia-De Cesare
imbastito con il Como in gennaio, la prua va dritta verso la serie B, nemmeno
il ritorno di Cagni la può scongiurare. Resta ancora
un anno tra i cadetti, sempre più esautorato nel ruolo di uomo mercato da Totò De Vitis che lo
affianca e poi lo sostituisce, e nell’estate 2004 lascia Piacenza in ossequio
alla politica di contenimento dei costi varata da Riccardi.
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