Giovanni (Gianni) RUBINI

 

 

* 13/8/1940 Podenzano (Pc)

+ 27/9/2018 Podenzano (Pc)

 

Quarant’anni nel Piacenza lo rendono a pieno titolo una bandiera della società, pur senza essere mai arrivato a vestirne la maglia da giocatore. A lungo capitano del Pro Piacenza, appende gli scarpini al chiodo poco più che trentenne per iniziare una buona carriera di allenatore, con le giovanili biancorosse in due riprese (nel biennio 1972/74 e nel 1979/80, da responsabile del settore) e poi con Podenzano e Libertas. Il 1983 segna l’inizio di una nuova vita: lo chiama Brolis per conto di Garilli per rimettere in piedi il vivaio. Esegue brillantemente il compito, poi arriva la proposta indecente: “molla il lavoro in banca e vieni con noi”. Rubini tentenna, ma la passione e la personalità debordante dell’Ingegnere lo convincono e diventa un totem della società come segretario, fino al 1997. Non perde il fiuto per i giovani, spesso fa l’osservatore in giro per la provincia ed è lui a segnalare al Piacenza i fratelli Inzaghi del San Nicolò. Quello del 1997 è solo un arrivederci, dopo i fugaci incarichi come ispettore di Lega e nel Parma nel 2001 rientra nella scuderia di Fabrizio Garilli come team manager e quindi come osservatore. Gira il mondo segnalando talenti (clamorosi i suoi taccuini su Maxi Lopez e Sergio Aguero), porta a Piacenza tra gli altri il giovanissimo Nainggolan, poi nel 2011 Riccardi lo congeda senza troppi complimenti. Non è finita: nel novembre 2013 la nuova società dei fratelli Gatti lo chiama per sostituire Marzio Merli nel ruolo di direttore sportivo, per trovare un minimo di stabilità in un simbolo riconosciuto della storia recente. La mossa non andrà a buon fine, l’esperienza dura pochi mesi e si interrompe bruscamente con le dimissioni dopo un’invasione dei tifosi negli spogliatoi. Ma c’è anche l’amarezza di fronte agli ostacoli insormontabili per un progetto ambizioso e mai realizzato: l’unione delle forze tra Piacenza e Pro Piacenza, le sue due squadre del cuore. Rubini si fa da parte dedicandosi da quel momento alle proprie ricerche storiche sul calcio piacentino, al suo sterminato archivio di cimeli e di materiale documentale e ai giovani del “suo” Podenzano. Scompare improvvisamente il 27 settembre 2018, suscitando vasto cordoglio nel calcio piacentino.