La nascita del Piacenza Foot-ball Club

 

I primi, traballanti passi della storia biancorossa sono avvolti da una nebbia tipicamente padana. Spulciando la stampa locale si trovano pochissimi riferimenti ai fatti che, nell’estate 1919, portarono alla nascita del Piacenza Foot-ball Club. Per questo motivo la ricostruzione si appoggia quasi esclusivamente a fonti successive, come le memorie non sempre precise di Vincenzo Bertolini.

 

Fino alla Grande Guerra il calcio a Piacenza era stata roba da studenti, e perciò praticato con la massima improvvisazione. Si ricordano, tra gli altri, la squadra del Collegio Morigi vincitrice del torneo studentesco nel 1908, e tre anni più tardi il Piacenza Foot-ball Club studenti, attivo almeno fino al 1915. Dopo la guerra emergono tra le società più solide le polisportive Salus et Virtus e Club Sport Audace; tra quelle di più recente formazione, la Giovane Italia (anch’essa società polisportiva) e l’Unione Foot-ball Club Piacentina. Capitano e animatore di quest’ultima è uno studente diciottenne, l’aspirante geometra Giovanni Dosi. La “rosa” è composta in prevalenza di giovanissimi autoctoni, a cui si aggiunge di tanto in tanto qualche militare di leva nella nostra città: sarà un mix in auge per quasi vent’anni.

 

Il nome “Unione Foot-ball Club Piacentina” si legge per la prima volta su Libertà il 18 maggio 1919 per una amichevole proprio contro la Giovane Italia: vince quest’ultima per 2-0. Capitano della Giovane Italia è Angelo Boselli, passato poi (insieme al compagno di squadra Vezzani) al Piacenza F.B.C. che l’8 giugno successivo gioca in amichevole a Fiorenzuola; seguono varie amichevoli durante le quali va a formarsi il gruppo che giocherà il campionato. Va rilevato, peraltro, che la denominazione “Piacenza Foot-ball Club” viene già usata il 25 maggio per designare l’Unione di Dosi nella rivincita con la Giovane Italia, poi non effettuata. Possiamo quindi supporre che la nascita vera e propria del Piacenza Foot-ball Club, come fusione della neonata Unione di Giovanni Dosi e della Giovane Italia, sia da collocare tra il 18 maggio e l’8 giugno. Un trafiletto apparso su La Scure il 1° ottobre 1943, nella rubrica di rievocazioni storiche Asterischi sportivi, afferma perentoriamente “La Piacenza Sportiva (sic) venne fondata nell’agosto del 1919”, tesi ribadita in un altro breve articolo dell’11 febbraio 1944, in contrasto con le denominazioni apparse nelle amichevoli di maggio-giugno. Sfortunatamente il documento originale dell’atto costitutivo della società è andato perduto durante la guerra; d’altra parte, neppure il quotidiano Libertà fa il minimo accenno al fatto.

 

I primi approcci per la fusione, secondo la versione di Bertolini, avvengono al Bar Economico, sotto i portici del Municipio dove oggi sorge il Barino; mentre il luogo che la tradizione tramanda come prima sede era la Latteria Moderna del signor Gnerri, in via Garibaldi. Organigramma iniziale ridotto all’osso: Giovanni Dosi, animatore principale della fusione, è il presidente, Emanuele Rossetti il segretario, Carlo Guffanti il cassiere. Si parte subito con l’idea di inquadrare la neonata società nei ranghi della F.I.G.C.: il 30 settembre 1919 il comunicato del Comitato Regionale Emiliano qui riportato conferma la recente affiliazione alla Federazione, e questa è l’unica data certa supportata da fonti coeve.

L’età media di squadra e dirigenza è bassissima, e in vista dell’imminante stagione si rende necessario un rimpasto societario, con l’ingresso di “uomini di elevato ceto sociale e professionale”, per usare le parole di Bertolini. Il 22 ottobre la prima assemblea dei soci nomina nuovo presidente il ragionier Ettore Baroni, direttore della Banca Popolare Piacentina, mentre Dosi (che ha appeso definitivamente le scarpette al chiodo) rimane come consigliere insieme a Carlo Travaini, Mario Imbrifferi, Giuseppe Campominosi, Arturo Antonini, Cesare De Lama, Carlo Guffanti e Carlo Perinetti. Luigi Antoniazzi è il direttore sportivo, capitano della squadra Mario Giumanini. Si affronta l’eterno problema della raccolta fondi: un rudimentale tentativo di azionariato popolare (10 lire l’una, a fondo perduto) non attecchisce, tocca ad Antoniazzi mettere mano al portafoglio.

 

Quattro giorni dopo, il 26 ottobre 1919, viene inaugurato anche il campo sportivo, fuori Porta Cavallotti, battendo per 2-0 il la squadra del 10° Reggimento Artiglieria in amichevole. La maglia è rossa a risvolti bianchi, dado bianco a lato sul petto, calzoncini bianchi: i colori della città. Una targa, conservata a lungo nella segreteria della società, ricorda l’evento con versi aulici: “La porta che difendete / simbolo dei patrii confini / che niuno oserà varcare / plaudendo alle gare animose / la vostra madrina Lavinia Dalla Cella / offre / Piacenza F.C. 26 ottobre 1919 – Inaugurazione del campo”. Il campionato incombe, inizierà il 23 novembre. La grande avventura si è messa in moto.

 

 

 

Una possibile congettura sulla data di nascita “ufficiale” del Piacenza può essere fatta su questa azione da 10 lire appartenuta a Giovanni Dosi. La data originale (20 dicembre 1919) è stata corretta a mano in 1° luglio. A questa data, quindi, il Piacenza Foot-ball Club era certamente già stato costituito come società.

 

I quadri del neonato Piacenza Foot-ball Club. A sinistra, il direttore sportivo e finanziatore Luigi Antoniazzi; al centro, con la paglietta, il presidente Giovanni Dosi. A destra, il consigliere Cesare De Lama.

 

 

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