INDICE DELLA STAGIONE Il campionato
Giampietro Piovani, lo “J.P.P” di un
Piacenza per la prima volta tra i “grandi” |
STAGIONE 1993/1994 SERIE A Il ciclone di entusiasmo seguito alla promozione
non si spegne lungo l’estate che porta al primo campionato di serie A.
Piacenza si scopre innamorata del Piacenza e vengono sottoscritti ben 8.215
abbonamenti, mentre la stampa nazionale soppesa la squadra di Cagni con un
misto di bonaria indulgenza e scarsa considerazione. I biancorossi vengono
etichettati come squadra simpatia o poco più, si pronostica un bottino di
10-15 punti. L’imperativo è non fare follie da pagare
negli anni successivi. Dal mercato pochissime novità: il terzino Polonia dal
Verona in cambio di Fioretti (ai veneti va anche il giovane attaccante del
vivaio Inzaghi, tornato da Leffe), il centravanti Marco Ferrante e il
riscatto della comproprietà di Taibi. Fa scalpore
la scelta di non ingaggiare giocatori stranieri, dettata da molteplici
motivazioni: economiche, tecniche, linguistiche. Si preferisce riconfermare
un blocco di giocatori non di primo piano, ma affiatato sul campo e che
conosce bene metodi e idee del tecnico. All’esordio il Torino di Mondonico vince per
3-0 alla Galleana, ma nel giro di un mese il
Piacenza comincia a prendere confidenza con la serie A. Impone lo 0-0 al
Milan in casa, ottiene la prima vittoria nella massima serie sul Lecce, poi
espugna anche Marassi battendo il Genoa con un gol di Turrini. Insomma, dimostra
di poter reggere ampiamente il confronto con le armi ben note: spirito di
gruppo, sacrificio, organizzazione di gioco, ma anche le doti tecniche di chi
è sopra la media, come Moretti e Turrini. Manca all’appello invece De Vitis, tormentato da continui infortuni al ginocchio, e
il suo sostituto Ferrante non sempre si rivela all’altezza. Il capocannoniere
è quindi Piovani con 6 reti, tra cui quella spettacolare in rovesciata contro
il Cagliari. Non solo si chiude l’andata in zona salvezza,
ma c’è anche il tempo per regalarsi qualche impresa. Il Foggia è battuto 5-4
al termine di una partita da infarto (ma subito dopo si perde male il derby a
Cremona), alla Galleana cadono Roma, Sampdoria e
Inter. La vera notte magica è però quella di Coppa Italia contro il Milan.
Dopo l’1-1 di San Siro, Piovani in contropiede castiga i rossoneri di un
polemico Fabio Capello reduci dalla sconfitta nella Coppa Intercontinentale.
Arriverà poi l’eliminazione ai quarti di finale, al cospetto del Torino. Ma c’è una salvezza da conquistare, e i
successi negli scontri diretti con Reggiana e Atalanta sembrano garantire un
finale tranquillo. Invece i granata, che sembravano ormai condannati, battono
un Parma rimaneggiato e remissivo e si rimettono a correre, sfruttando un
calendario favorevole. Al Piacenza invece gira tutto male: decisioni
arbitrali avverse contro Foggia, Cremonese e Juventus, con due gol validi
annullati a Iacobelli e Moretti contro i bianconeri, e avversari affamati di
punti rendono improvvisamente complicata la situazione. Il duello con la
Reggiana si decide all’ultima giornata: i biancorossi giocano a Parma e i
granata in casa del Milan. Al Tardini il Piacenza
strappa uno 0-0 sofferto (con un altro gol valido annullato), giocando
addirittura di venerdì sera su richiesta dei ducali impegnati il mercoledì
successivo nella finale di Coppa delle Coppe: prassi al giorno d’oggi
abituale, ma al tempo del tutto anomala e che soprattutto consente alla
Reggiana di conoscere già il risultato del Piacenza. La farsa si completa il 1° maggio 1994,
giornata sportivamente già nera per la morte di Ayrton Senna a Imola. Il
Milan, che due settimane dopo avrebbe vinto la finale di Coppa dei Campioni
distruggendo il Barcellona, gioca imbottito di riserve e la Reggiana espugna
San Siro con un gol di Massimiliano Esposito interrompendo l’imbattibilità
interna dei rossoneri. Cagni, presente allo stadio, resta esterrefatto di
fronte allo spettacolo andato in scena, e la rabbia monta in tutta la città
per quello che viene avvertito come uno scippo, pensando anche agli interessi
economici sull’asse Parma-Reggio Emilia. Ma a fianco della rabbia c'è anche
l’incredibile festa organizzata per la squadra allo stadio, come se la
salvezza fosse stata raggiunta sul campo. |