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Gianfilippo Reali è il personaggio chiave della combine in occasione della partita col Vicenza.

STAGIONE 1984/1985

 

SERIE C1 girone A

 

Riconquistata la serie C1 al primo tentativo si cerca di pianificare la nuova stagione in modo da potersi consolidare nella categoria, senza troppe sofferenze. Lo staff tecnico e societario è confermato in blocco, non così la rosa che era stata costruita in una situazione di quasi-emergenza e allo scopo di vincere rapidamente.

Salutano quasi tutti i superstiti dell’era pre-Garilli, oltre alla discussa e poco convincente coppia d’attacco Mulinacci-Adami. Vengono confermati in pochi (Reali, Fontana, Comba, Rossi, Madonna, Filosofi), per il resto ci si muove ancora su due direttrici: giovani promettenti affiancati da elementi esperti, per creare il giusto mix. Alla prima categoria appartengono i portieri Lorieri e Savorani, i centrocampisti Valoti e Desideri, gli attaccanti Serioli (appena diciottenne) e Di Nicola; alla seconda il gigantesco stopper Carlo dalla Virescit e gli ex atalantini Foscarini e Snidaro. Arrivano poi il libero Mastropasqua (una vita tra A e B), il terzino Azzali che nel Pisa aveva marcato Zico e Platini e, da novembre, anche l’ex catanese Crialesi, chiamato dall’amico Mastropasqua a fornire assist e fantasia all’attacco.

Si punta a una salvezza tranquilla, al massimo a un sesto posto che può valere la partecipazione alla Coppa Italia di serie A e B. Invece, dopo qualche incertezza iniziale (una vittoria nelle prime 8 giornate), la squadra decolla in modo inatteso. Lorieri gioca un campionato strepitoso per continuità nonostante i vent’anni; sorprendono i giovani Serioli, promosso titolare ai danni del più quotato Di Nicola, e Valoti che relega addirittura in panchina Madonna nel ruolo di tornante a destra. Ha caratteristiche diverse rispetto al Mindo, è meno offensivo e gioca a tutto campo ma è un elemento di raccordo indispensabile tra attacco e centrocampo, dove Foscarini detta i tempi e Filosofi vive una stagione di rinascita riciclandosi come jolly in più ruoli.

Dopo il rovescio di Brescia (4-0) alla terza giornata il Piacenza diventa imbattibile, chiude il girone d’andata al terzo posto dietro alle Rondinelle e al Rimini e si candida a squadra rivelazione del campionato. Con i pareggi interni contro il Vicenza di Roberto Baggio e il Brescia capolista (un 3-3 pirotecnico con doppietta di Valoti) i biancorossi si consolidano nelle posizioni di testa, nonostante la mancanza di un vero cannoniere e la sconfitta di Rimini che ferma a 19 partite la striscia utile. La squadra di Rota mostra anche carattere rimontando più volte situazioni di svantaggio. Memorabile il pareggio di Legnano in condizioni ambientali e atmosferiche proibitive: dopo una battaglia senza esclusione di colpi sotto il diluvio, Snidaro pareggia allo scadere in un mare di fango e Rota, da poco operato al ginocchio, schizza fuori dalla panchina dimenticandosi le stampelle…

Il campionato assume via via i contorni del duello con il Vicenza, mentre il Brescia fugge in vetta alla classifica. Le vittorie su Ancona (dove si infortuna seriamente Mastropasqua) e Asti portano al sorpasso sui veneti; sembra fatta, invece una sconfitta balorda a Carrara rimette le due squadre alla pari. L’equilibrio durerà fino all’ultima giornata, per la serie B occorre uno spareggio: il Vicenza vince 3-1 ai tempi supplementari, ma c’è la sensazione che il Piacenza sia stato una vittima predestinata visto l’andamento della partita. Sensazioni che troveranno conferma quando scoppierà un nuovo scandalo calcioscommesse, nella primavera 1986.

 

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