LO SPAREGGIO: FANFULLA – PIACENZA 2-1
Pavia, 22 maggio
1938
IL TABELLINO
FANFULLA: Fregoni, Edelli, Gatti, Pagni, Ghezzi,
Mattai, Schaeffer, De Manzano, Longhi, Vismara, Sichel. All. Marchi.
PIACENZA: Barbieri, Loranzi, Pollastri,
Brescia, Travagin, Vergnano, Cella, Ganelli, Gaddoni, Melandri, Budini. All.
Corna.
ARBITRO: Scorzoni di Bologna.
Marcatori: 31’ Gaddoni (P), 65’ e 80’ Longhi
(F).
Dodici mesi dopo il Vigevano, un’altra
lombarda si frappone tra il Piacenza e il sogno della promozione in serie B. Ma
questa volta non sono bastate trenta giornate di campionato per decretare il
vincitore tra Piacenza e Fanfulla: entrambe vittoriose all’ultima giornata (i
biancorossi per 3-0 a Milano sull’Isotta Fraschini, il Fanfulla a Lecco grazie
al gol di un terzino a 3 minuti dalla fine), le due squadre se la devono vedere
in uno spareggio in gara secca, sul campo neutro di Pavia. E così, mentre il
mondo viaggia a grandi passi verso il baratro della guerra (in maggio Hitler è
in visita ufficiale in Italia, il fascismo inasprisce le leggi razziali e si
acuisce la crisi cecoslovacca), la Piacenza calcistica si prepara alla grande
occasione di salire finalmente in serie B.
Piacenza contro Fanfulla, dunque. Due
squadre accomunate dalla definizione di outsider di lusso: entrambe
profondamente rinnovate in estate, entrambe partite con ambizioni abbastanza
celate, entrambe capaci di trovare la quadratura giusta ed emergere dal plotone
delle pretendenti in un campionato all’insegna dell’equilibrio. Ma anche due
squadre impostate in modo profondamente diverso. Rapido, ficcante, incisivo il
Piacenza, che fa del quintetto offensivo il suo punto di forza e allinea un
centravanti, Gaddoni, in grado di risolvere la partita in ogni momento. Meno
spettacolare e più utilitaristico il Fanfulla, che non ha grosse individualità
ma si fa forza del suo collettivo e getta nella mischia una carica agonistica
che spesso diventa gioco duro.
La partita è l’occasione per uno
spostamento massiccio di tifosi, un esodo per i tempi. Tremila lodigiani calano
a Pavia, diverse migliaia di piacentini (tra mille e tremila a seconda delle
fonti) seguono i propri beniamini. Di fronte a un tale spiegamento di tifoserie
la Federazione e il Pavia dispongono piacentini e lodigiani il più lontano
possibile, ma questo non eviterà, a fine partita, tafferugli e qualche bagno
non certo volontario nel Naviglio che scorreva a lato dello stadio.
Corna schiera il miglior Piacenza
possibile. Recupera il mediano laterale Brescia, sfebbrato, ma deve giocoforza
fare a meno del capitano e leader incontrastato dei biancorossi, il ragionier
Guglielmo Zanasi, squalificato dopo l’espulsione per fallo di reazione
rimediata a Milano nell’ultimo turno di campionato. Lo sostituisce nel ruolo di
mezzala destra il diciannovenne codognese Ganelli, elemento di talento che
tuttavia non ha certo la personalità e il carisma del popolare Mino. E proprio
il divario di grinta e mordente tra biancorossi e bianconeri sarà una delle
chiavi di volta dell’incontro.
Ma l’avvio è tutto di marca piacentina.
Forti di una superiorità tecnica che dalla carta si conferma sul campo, Gaddoni
e compagni prendono decisamente in mano il comando delle operazioni. Niente di
eclatante, peraltro, ma la spinta verso la porta di Fregoni si fa sempre più
incisiva. Al Piacenza riescono le trame di stile, profonde e veloci, che
possono mettere Gaddoni nelle condizioni di far male; i terzini fanfullini
sparacchiano via malamente e regalano un’infinità di calci d’angolo, oppure
ricorrono al gioco falloso. Finalmente, al 31’ entra in scena Gaddoni: riceve
un passaggio in profondità di Melandri, ubriaca di finte i terzini e scarica in
rete da una decina di metri. È il vantaggio biancorosso.
Il Fanfulla è un puglie alle corde, è
il momento di piazzare il ko. Ma qui il Piacenza commette un grave errore: crea
ancora due o tre occasioni interessanti, ma non le sfrutta per imprecisione o
precipitazione, nonostante la difesa bianconera sia definita dal cronista
piacentino “farraginosa”. Sul finire di tempo su vede anche l’attacco
lodigiano: su uno dei rari capovolgimenti di fronte Barbieri si trova
addirittura a raccogliere il pallone in fondo al sacco, ma l’arbitro (l’ottimo
internazionale Scorzoni) aveva giustamente annullato per fallo di mano. Si va
al riposo sull’1-0 e con la convinzione di avere la partita in pugno.
Ma la montagna di “un primo tempo di
smagliante dominio piacentino” (recita ancora l’anonimo cronista de “La Scure”)
ha partorito il classico topolino di uno striminzito golletto. E la ripresa è
tutta un’altra musica, perchè il Piacenza ha ancora poche cartucce. Le spara,
manco a dirlo, Gaddoni, ma stavolta il centravanti è impreciso e Fregoni si
salva. Da questo momento si vede un’altra partita, la copia in negativo del
primo tempo. Il Fanfulla continua a picchiare sodo e a giocare in modo
tutt’altro che spettacolare, ma finalmente alza il baricentro e spiana la
grinta. Il Piacenza, in chiaro debito d’ossigeno dopo un primo tempo ad
altissima intensità, inevitabilmente rincula a difesa della propria porta senza
riuscire a lanciare contropiedi nelle praterie lasciate dai fanfullini
all’assalto all’arma bianca. Il campo pesante, su cui si trovano a mal partito
i leggeri attaccanti biancorossi, e l’ardore bianconero trasformano la partita
in una battaglia: Gaddoni viene fermato con le cattive e chiuderà con un occhio
pesto, Barbieri riporta un’ampia ferita al mento su carica del centravanti
Longhi. La mediana, poco protetta, va in crisi, soprattutto nel settore destro,
dove agisce il debilitato Brescia. Ne approfitta Sichel al 65’: l’ala sinistra
va via e spara, Barbieri ribatte come può, Longhi brucia Loranzi e Pollastri e
firma il pareggio.
Il meritato pari non calma il
Fanfulla, anzi lo esalta ancora di più alla ricerca del gol del sorpasso.
L’inerzia della partita gli è favorevole e lo premia a dieci minuti dalla fine:
ancora Sichel a sinistra, ancora Longhi (stavolta di testa) a battere
l’incolpevole Barbieri. Adesso è proprio finita: il sogno della serie B è
infranto. Non ci sarà molto tempo per ritentarlo: la sconfitta lascierà il
segno nell’ambiente piacentino e la guerra, con il suo carico di devastazioni e
lutti, è ormai alle porte.
La
delusione degli sportivi piacentini fotografata dal quotidiano “La Scure” di
martedì 24 maggio: per il Piacenza inizia la maledizione degli spareggi
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