I programmi del Piace
del dopoguerra:
dalla promozione in
serie B di fine anni ’60 agli anni novanta
una saga padana
[a cura di Camillo Arquati, collezionista di
programmi sportivi]
Collezionare i programmi distribuiti allo stadio
(con almeno probabili formazioni e classifica parziale) è una “mania” di
recente importazione anglo-germanica nel senso che, scorrendo i bellissimi siti
web stranieri inglesi e tedeschi, si capisce subito quanto sia antica la loro
tradizione.
Da
noi è ben più longeva la passione per i biglietti d’ingresso non penalizzati, a
differenza dei programmi, da impossibili formati spesso grandi come
fogli-giornale che non invogliano certo alla conservazione dopo-partita
(esempio classico i “Telesport” diffusi
all’Olimpico).
Personalmente raccolgo da qualche anno i programmi
delle nazionali di calcio di tutto il mondo per le partite eliminatorie e
finali dei Mondiali ed Europei anni ’70 e devo dire che quelli d’Oltremanica
(anche scozzesi) sono i migliori: opuscoli-souvenir quasi tascabili, con tante
foto a colori dei precedenti incontri e non troppo farciti di pubblicità!
Un esempio, purtroppo, raramente seguito nel
passato degli stadi italiani, segno forse di culture ed organizzazioni
“artigianali” ed improvvisate tanto nel campo della diffusione pubblicitaria
quanto della comunicazione sportiva. Per quanto io sappia, infatti, per
l’Italia non vi è stata sinora una catalogazione di questo difficile materiale
nemmeno al Museo del Calcio di Coverciano.
E
veniamo al nostro Piace di cui non abbiamo per ora notizia di programmi di
partite antecedenti il 1945: non per questo disperiamo di trovare prima o poi
cimeli del genere presso qualche tifoso storico. Alla Biblioteca comunale
Passerini Landi si trovano dei rari quindicinali “90
Minuti”,
limitatamente alla seconda metà della stagione 1951/1952: sono già veri e
propri programmi, di 4-6 pagine in formato quotidiano, contenenti commenti alla
partita della settimana precedente e la presentazione della sfida del giorno,
oltre al “punto” sul campionato che vide i biancorossi di Tansini terminare al
primo posto. Sono simili per impostazione ai Guerin Sportivo dell’epoca, con
scritte fitte fitte e parecchie vignette a metà tra calcio e goliardia, e
risentono certamente dei gusti d’allora.
|
All’inizio
del campionato 1958/59, sull’onda dell’entusiasmo per il ritorno in serie C,
uscì un nuovo quindicinale, intitolato “Goal! biancorosso”. Nel primo numero
si dichiara esplicitamente che la pubblicazione “uscirà in occasione delle
partite interne del Piacenza”; in realtà si fermerà ben prima, limitandosi a
soli tre numeri, il primo dei quali (qui riportato) in occasione di
Piacenza-Pisa del 5 ottobre 1958. Composto da 4 pagine, cambia il formato,
più ridotto e movimentato da schizzi e inserzioni pubblicitarie; anche in
questo caso si riportano considerazioni sul campionato, commenti prepartita e
le probabili formazioni. Si tratta di fatto di un’emanazione del quotidiano
Libertà, da cui proviene il direttore responsabile Sabino Laurenzano (caporedattore
della sezione sportiva fino al 1981), e anche la stampa avviene negli stessi
stabilimenti tipografici. |
La vera “saga” inizia nel 1967/68 con la Presidenza del Cav.
Romagnoli ed il ridotto formato dei nuovi programmi intestati “Bianco-Rosso”, recanti la dicitura “Periodico ufficiale del
Piacenza F.C.”; il direttore
responsabile ed autore dei pezzi introduttivi è il compianto “Cip” Tadini, valido pubblicista nonché esperto
allenatore e scopritore infinito di giovani talenti calcistici, una vera
istituzione in Città e Provincia per l’epoca come per gli anni a venire. La costante di questi fogli è la presentazione
della partita (con regolare incitamento al pubblico nel sostenere la
squadra), a cui si aggiunge una rassegna stampa della trasferta precedente
dei “Papaveri”. Il tutto con un contorno pubblicitario che è anche
un’antologia storica di commercio, artigianato e industria locale. Nelle
19 uscite interne stagionali a Barriera Genova, i programmi “Bianco-Rosso” saranno
i soli periodici a raccontare la grandiosa cavalcata della squadra di Tino
Molina verso la serie B. Tanto più che, a quei tempi, per quanto di nostra
conoscenza, non vi erano riviste sportive locali e, a detta di Gaetano
Cravedi, vi erano stati esperimenti sporadici della durata di non più di uno
o due anni. |
|
||
|
Con la serie B del 1969 il foglio “Bianco-Rosso” giunge al terzo anno e per la prima gara
casalinga di campionato (Piacenza-Perugia) riporta foto del nuovo stadio; non
cambiano le caratteristiche del programma e persiste la pecca di riservare
poco o niente alla presentazione della squadra ospite (elenco di tutti i
giocatori in rosa e dirigenti). Benché assai travagliati per la squadra (impelagata in posizioni di
retrovia), i primi mesi di campionato della serie B tirarono evidentemente le
vendite dei settimanali piacentini del lunedì che uscivano surrogando
l’assenza storica del quotidiano “Libertà”, e cioè “Piacenza Oggi” e “La Settimana”;
dal 1970 cesseranno le pubblicazioni per l’uscita del
quotidiano anche il giorno successivo alla
partita del Piacenza, occasione imperdibile per “Libertà” di diventare finalmente giornale adulto senza interruzioni come le
più note testate nazionali. Nel
1970 le traversie gestionali della squadra, acuite dal mediocre andamento in
classifica (nonostante l’avvento del manager Casati), paiono ripercuotersi
anche sulla serie “Bianco-Rosso” che, significativamente,
comincia ad uscire come generico “periodico sportivo” e non più “ufficiale” a
dimostrazione di un qualche disimpegno e disaffezione societaria per quella
che era la pubblicazione principe delle gesta del “Piace”. Nel
frattempo, fatto inedito in città, a campionato iniziato, era cominciata la
vicenda parallela e azzeccata di un’altra serie di programmi diffusi alla Galleana e
cioè gli opuscoletti “Alé Piacenza” promossi dal giornalista
Concarotti (già coinvolto nell’avventura delle figurine
“Mira”, oggi
ambitissime dai collezionisti); l’entusiasmo per la serie B, la sua risonanza
sul pubblico e gli spazi pubblicitari apertisi spinsero probabilmente ad
escogitare questa formula “all’inglese” di un formato tascabile e
complementare ai fogli di Cip Tadini. Essendo sorti come programmi non ufficiali, gli “Alé Piacenza” sono di tono più brillante e godibile ed
assemblano il meglio del giornalismo sportivo locale (da Bertolini a
Laurenzano) citando i loro pezzi su “Libertà” ripresi con intitolazioni gustose, spesso di buona ironia e sarcasmo;
finalmente si cerca di approfondire la squadra ospite richiamando i commenti
della stampa nazionale e locale sul suo andamento in classifica in modo da
dare un’idea al tifoso. Per visionare una copia (quasi) completa di “Alè Piacenza” vai alla fotogallery. Per
questo fatto non marginale, gli opuscoli di Concarotti sono tuttora ricercati
da tifosi collezionisti delle formazioni che giocarono in via Gorra contro il
Piacenza; degli “Alé Piacenza” si ha notizia fino alla prima
partita interna del campionato 1972/73 (Piacenza–Alessandria 1972) mentre, dopo soli 3 anni la
serie “Bianco-Rosso” termina con la retrocessione in C dell’undici di
Arcari. |
||
|
Nell’autunno 1970 è d’obbligo ricordare la comparsa di un mensile
tutto o quasi dedicato al Piacenza Calcio per impulso del Capo tifoso Giacomo
Clementi: s’intitola “Troviamoci in biancorosso” e colma un vuoto fattosi sentire l’anno precedente, quando alla
squadra sarebbe stato utile documentare i rapporti con la tifoseria (anche
per mettere ordine alle polemiche…). Anche stavolta però, come per la breve
veste ufficiale dei programmi da stadio, la vicenda di questo mensile si
consuma in pochi mesi e a febbraio 1971 esce per l’ultima volta. A giugno
compare per la prima volta “PiacenzaSports” sgrammaticato
nel titolo ma ben fatto, duraturo ed apprezzato dal pubblico sportivo (non
solo di calcio). Ne è promotore il passato direttore
di
“Piacenza Oggi” il misurato Marco
Piva (già nei “boys” biancorossi negli anni Cinquanta) che si avvale
dell’onnipresente Cip Tadini e Laurenzano per i pezzi sul Piace. Nel novembre 1974, dopo un “digiuno” di circa due anni – da imputare
al blando interesse per il calcio in città – il noto giornalista Gaetano
Cravedi dà vita al quindicinale “Lo sport piacentino”
che nelle prime pagine è tutto per i biancorossi di Gibì Fabbri in forte
ascesa; non per caso la seconda o la terza pagina hanno la caratteristica di
foglio prepartita con le probabili formazioni domenicali alla Galleana. |
|
|
Rigorosamente in bianco e nero, il suo formato è tabloid; notevole
l’impegno per far coesistere il calcio coi restanti sport ma, a causa del
consistente numero di pagine, è da verificare se sia stato talvolta
distribuito allo stadio.Comunque è una bella testimonianza di firme illustri
a livello locale anche se non pare essere durato nemmeno un anno; la formula
quindicinale è forse troppo impegnativa e, del resto, esiste già il
consolidato mensile con copertina a colori - il citato “PiacenzaSports” - che presumibilmente a partire dalla serie B
1975/76 presenta il nuovo supplemento omaggio “90Minuti”, programma prepartita. |
|
||
|
Per descrivere questo giornalino diffuso per le gare interne ci
dobbiamo basare su 2 esemplari di epoche diverse, l’uno del 1978 e l’altro
del 1981, eguagliati dallo stesso tono spigliato e smaliziato della rivista
sportiva, riconoscente verso la dirigenza biancorossa ma senza esserne
succube: ad esempio, sul finire dell’amara serie B 1975/76 s’innesca
addirittura una polemica tra l’allora Presidente Loschi e l’autore di “90Minuti” (Enrico Siboni) spalleggiato dal direttore
responsabile Marco Piva che rivendica l’autonomia di “PiacenzaSports”. “90Minuti” segna però un passo
indietro rispetto alle serie “Alé Piacenza” e
“Bianco-Rosso”: l’indigesto formato A3 di due pagine e 4
facciate è di svelta lettura ma ben difficile da conservare e così spesso
viene usato dal tifoso comune per non sporcarsi i pantaloni in gradinata o
tribuna, oppure appallottolato e lanciato dagli spalti della Galleana. Quanto ai testi, l’autore amplia il suo stile caustico e piacevole
(un po’ costretto sui pezzi di “PiacenzaSports”)
in veri e propri monologhi appassionati, dedicando in genere ai biancorossi
le prime tre facciate del programma e l’ultima alla squadra ospite,
approfondita a dovere in modo gustoso e intrigante – questo almeno fino al
1978. Nei primi anni Ottanta compare nella testata un calciatore che scaglia
il pallone, richiamando il noto logo televisivo RAI di 90° minuto di Paolo Valenti; appaiono foto dei giocatori
biancorossi in copertina e all’interno ma manca qualsiasi descrizione della
squadra ospite – fatte salve le probabili formazioni. Del resto, i primi anni
Ottanta sono segnati dal declino della squadra sempre meno partecipata dai
tifosi e gravata da problemi societari; anche su PiacenzaSports, dall’autunno 1982, si riduce lo spazio dedicato
all’undici allora allenato da Meciani e con la retrocessione del 1983 è
presumibile la cessazione del giornalino – supplemento. |
|
Con la famiglia Garilli inizia una nuova era, forse meno romantica,
più moderna ed “aziendale” ma certamente di grande successo e prestigio. Non
cambierà però il carattere estemporaneo dei vari programmi da stadio, avviato
da “Tifosette” (anni Ottanta) e proseguito a partire dalla
stagione 1990/1991 da “Piacenza News Goal”.
Si tratta di pubblicazioni di grande formato, paragonabile a quello dei
quotidiani, distrubuite gratuitamente all’interno dello stadio; contengono
articoli su stato di forma dei biancorossi, una presentazione degli
avversari, le probabili formazioni e, negli anni Novanta, una panoramica
sullo sport piacentino e sul mondo della cultura e spettacoli della
privincia. A partire dalla stagione 1994/1995 “Piacenza News Goal” viene affiancato da“La Tribuna”, che ne ricalca le caratteristiche (e spesso anche l’impaginazione),
aggiungendo note di colore come le non dimenticate “Viste dal Buzz”, modelle
provenienti dalla città avversaria in costume adamitico. Le due pubblicazioni
proseguiranno affiancate fino al 2001, anche se “Piacenza News Goal” evolverà nel tempo, riducendo il formato e
migliorando la qualità della stampa; nella stagione 1996/97 sarà anche
l’organo ufficiale del Centro Coordinamento Club Biancorossi di Giancarlo
Piva. “La
Tribuna” sopravvive per altri
due anni, sempre come pubblicazione gratuita distribuita allo stadio; coprirà
per intero l’avventura in Serie A del Piacenza, fino alla sfortunata stagione
2002/2003, l’ultima nella massima serie, al termine della quale non sono
state più pubblicate testate con caratteristiche di programma. |
|
|
Torna all’indice del Museo
|
|