INDICE DELLA STAGIONE Il campionato
Giovanni Cornacchini
con i suoi 22 gol è il deus ex machina della formazione biancorossa |
STAGIONE 1990/1991 SERIE C1 girone A Dopo due anni globalmente fallimentari si cambia
rotta per riprendere il filo del discorso interrotto con l’addio di Rota. La
prima mossa è quella di scegliere il nuovo tecnico: abbandonate le sirene
della zona e il fascino dei santoni, si punta su un giovane e sconosciuto
tecnico, Luigi Cagni. È bresciano come Marchetti, è stato una bandiera di
Brescia e Sambenedettese in B ma da allenatore ha esperienze limitate
(Primavera a Brescia, poi un anno alla Centese in C2). È però ambizioso, si
colloca nel solco di Sonetti, Trapattoni e (guarda caso) Rota e ha una grande
cultura del lavoro. Con lui torna anche Gian Nicola Pinotti, come preparatore
dei portieri e allenatore in seconda in veste non ufficiale. La squadra sfilacciata di Rumignani
lascia il posto a una formazione costruita su elementi ben conosciuti da
Cagni o Marchetti. Manighetti, Chiti e Cornacchini
chiedono la cessione, ma vengono trattenuti. Soprattutto il bomber è al
centro del mercato: lo vuole la Lazio, che arriva a offrire oltre 2 miliardi,
il Piacenza risponde picche e il centravanti accetta controvoglia di restare.
Lo affiancano giocatori di esperienza per il campo e lo spogliatoio (gli ex
triestini Gandini e Papais), elementi di categoria
superiore (Doni e Di Fabio, compagni di Cagni alla Samb), giovani promettenti
come Di Bin e soprattutto Piovani, la futura bandiera biancorossa per
eccellenza che arriva dal Brescia. Lasciano invece gli ultimi rappresentanti
dell’epoca Rota, Bordoni e Tessariol; quest’ultimo
torna a Montebelluna riprendendo l’antico lavoro di geometra e proseguendo la
carriera tra dilettanti e serie minori. Si parla di promozione con cautela ma la
serie B è chiaramente nelle intenzioni della società. Cagni vara una
preparazione adatta a partire piano e decollare in primavera (sarà una
costante), lavora sullo spirito di gruppo e già dalle prime esibizioni di
campionato si vede la sua impronta. È un Piacenza solido e grintoso, ordinato
nel suo 4-3-3: sono rari i guizzi di fantasia (Moretti fa anticamera per
tutta la stagione, complice il servizio militare), la manovra spesso è
farraginosa ma forte di schemi consolidati, soprattutto nel gioco sulle fasce
e sui calci piazzati. E Cornacchini non smette di
segnare, validamente supportato dal suo “gemello” Cappellini e da Piovani,
poco prolifico ma gran movimentatore d’attacco. Soprattutto, è una squadra che reagisce ai
rari momenti di difficoltà con carattere. Al giro di boa i biancorossi sono
in testa, Venezia e Como (le principali avversarie) subito dietro. Tra
febbraio e marzo il meccanismo si inceppa, complici gli infortuni di due
elementi cardine come Papais (tendinite) e Di Bin
(menisco) che portano a qualche cambiamento tattico in difesa. La sconfitta
di Casale sancisce la crisi, Cagni psicanalizza i giocatori e adotta la
politica dei piccoli passi. Il pubblico non gradisce ma la classifica ne
guadagna in salute: i biancorossi tornano in vetta, occorre però attendere
l’ultima giornata per la certezza della promozione. Il Mantova, già
retrocesso, è battuto per 2-0 in una Galleana
finalmente entusiasta. Va ancora a segno Cornacchini,
che con 22 reti si laurea per il secondo anno consecutivo capocannoniere del
campionato. |