INDICE DELLA STAGIONE Il campionato
Leonardo Garilli,
l’Ingegnere, irrompe al timone delle sorti biancorosse |
STAGIONE 1983/1984 SERIE C2 girone B Notte tra il 6 e il 7 luglio 1983: nello
studio del commercialista piacentino Sergio Dallagiovanna
si concretizza la tanto attesa fumata bianca per la cessione del Piacenza.
Dopo un mese di attesa e di voci poco concrete (che coinvolgono soprattutto
una cordata facente capo a Enzo Bertuzzi) Luciano
Angelini trova un acquirente nell’ingegner Leonardo Garilli,
imprenditore piacentino attivo nel ramo della distribuzione del gas metano. È
un nome a sorpresa, tutta la trattativa si è mossa sottotraccia e le firme
vengono messe nero su bianco la settimana successiva, il 13 luglio: il
Piacenza passa di mano per 252 milioni di lire, più un mutuo di 260 milioni
con la Lega Calcio e i pagamenti dei debiti pregressi. Nessuno immagina che
sta per aprirsi la stagione più gloriosa della storia della società. Il nuovo proprietario è un piacentino del sasso, ma in città lo conoscono in
pochi. Un po’ per una riservatezza che sarà marchio di fabbrica
dell’Ingegnere (guai a chiamarlo presidente, troppo riduttivo); un po’ perché
i suoi interessi gravitano soprattutto su Milano, dove ha sede la Camuzzi, il gruppo che distribuisce il gas a Piacenza e
che ora controlla anche il Piacenza Calcio tramite una delle sue società, la
G.A.D. srl. Il tempo stringe, occorre fare in
fretta e bene perché l’imperativo è uno solo: abbandonare il pantano della C2
e tornare immediatamente nella categoria superiore. Garilli
importa la sua organizzazione aziendale in una società tradizionalmente
caotica, attraverso figure fidate del gruppo Camuzzi
come l’ingegner Fortunato Rota e Mario Quartini, che per anni sarà
vicepresidente. Entrambi sono bergamaschi, come anche il consulente di
mercato Giuseppe Brolis e il nuovo allenatore,
Battista Rota (ma per tutti è il Titta): il primo ha scoperto Cabrini e
Scirea ed è uno dei migliori talent scout d’Italia, il secondo è un tecnico
pragmatico e sanguigno che ha allenato tra le altre Atalanta e Cremonese, tra
serie B e C. Al calciomercato di Milanofiori
si arriva tardi e si prende quello che c’è. Trattenuti Serena, Maiani e
Comba, che la vecchia dirigenza aveva già venduto al Fano (e su questo punto
la trattativa aveva rischiato di saltare), arrivano i giovani Pertusi e Lunghi dal Derthona
oltre all’ala destra atalantina Armando Madonna: il “Mindo”
diventerà un simbolo dei primi anni dell’era Garilli.
Le chiocce sono il libero Reali e il mediano Redeghieri,
entrambi con trascorsi in serie A, mentre il confermato Mulinacci
viene affiancato da Luciano Adami, ex Brescia e Sambenedettese in B. Sono
nomi importanti per la categoria, ma in due non arriveranno alla doppia
cifra. La città accoglie con scetticismo la nuova
gestione, gli abbonati sono 338. Garilli vorrebbe
impostare una squadra capace di divertire e far innamorare i piacentini, Rota
imbocca da subito la strada opposta. Pratico e realista, si rende conto delle
difficoltà di un campionato in cui non basta chiamarsi Piacenza per vincere,
soprattutto con una squadra assemblata in poco tempo, e punta tutto sul
raggiungimento del risultato nell’immediato, creandosi immeritata fama di
catenacciaro. L’emblema di questa squadra diventa Madonna: frequenti le
vittorie per 1-0 con un suo gol su rigore (ne trasforma 10 sui suoi 13 gol
totali). È una squadra che segna poco e fatica terribilmente contro
avversarie chiuse, ma protegge benissimo la porta di Serena tanto da
risultare la miglior difesa del campionato con 21 reti subite. Al giro di boa i biancorossi sono secondi e
imbattuti dietro la capolista Pavia; le prime sconfitte arrivano a Mantova e
proprio contro il Pavia in casa, e sono le due partite che il Piacenza gioca
meglio, costruendo e attaccando. Un fatto che cementa le convinzioni di Rota,
a fronte anche della crisi di Mulinacci e Adami che
porta quest’ultimo in panchina. Le vittorie negli scontri diretti con Mestre
e Venezia risultano decisive per mantenere il secondo posto, la promozione
arriva alla penultima giornata sul campo del Mira. Un tuffo di testa di Alfio
Filosofi sotto la pioggia battente regala i due punti e il ritorno in serie
C1, il primo successo dell’età garilliana. |