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Sergio Montanari sfiora soltanto una clamorosa salvezza in rimonta

STAGIONE 1982/1983

 

SERIE C1 girone A

 

La stagione si apre con un nuovo ribaltone dirigenziale: Mori si dimette dalla presidenza per impegni professionali e gli subentra Luciano Angelini, 39enne commerciante di stoffe. Con lui entra in società anche Achille Bosia, ex patron del Sant’Angelo che aveva già tentato la scalata al vertice della società due anni prima. Loschi resta al suo posto come direttore sportivo, conferma Meciani dopo la salvezza e si trova a fare i conti con risorse limitate per il mercato. Gli unici due acquisti di un certo peso sono il regista Erba e il mediano Gaiardi, mentre lasciano elementi importanti come Mendoza, Skoglund e Di Carlo. Rimane invece il bomber Mulinacci, nonostante abbia un certo mercato.

Meciani reclama rinforzi fin da subito, la rosa è cortissima e in Coppa Italia la panchina è imbottita di ragazzi delle giovanili. Si stenta in campionato nonostante la vittoria all’esordio sul Modena e l’innesto del terzino Ghio; la situazione precipita quando la Carrarese di Orrico spadroneggia alla Galleana (0-3) aprendo una profonda crisi tecnica e societaria. Non ci sono soldi, Mulinacci sembra destinato alla cessione, la società annuncia che sul mercato farà solo scambi. Mezzo consiglio di amministrazione si dimette e tra questi Loschi, che però abbandona con un autentico “colpo di teatro”: prima di salutare porta in biancorosso sei giocatori, tra cui il mediano Comba (bandiera degli anni Ottanta) e l’attaccante Mandressi, per assistere l’isolato Mulinacci. La scossa sembra funzionare: si vince contro Pro Patria e Fano, ma la battuta d’arresto di Treviso è fatale a Meciani. Il tecnico pisano, dopo l’esonero, lancia pesantissime accuse di incompetenza e scarsa professionalità a una società ormai allo sbando. Al suo posto arriva Stefano Angeleri, allenatore navigato che si guadagna l’appellativo di “mister pareggio”: ne colleziona sei prima di centrare una drammatica vittoria sul Vicenza, ottenuta al 98’ con un gol di Zanotti tra tafferugli, espulsioni e invasioni di campo. Nel frattempo Dante Micheli (ex calciatore di Mantova e SPAL in serie A) viene nominato nuovo direttore sportivo.

La strada per la risalita sembra tracciata, nonostante i cronici problemi di fragilità caratteriale e di gioco offensivo. Invece il menisco blocca Mulinacci mentre le sconfitte con Trento e soprattutto Brescia nello scontro diretto riportano il Piacenza in piena zona retrocessione. La dirigenza esonera anche Angeleri: tocca a Sergio Montanari cercare una salvezza che appare miracolosa. Il tecnico esordisce battendo il Parma con un gol di Filosofi, poi si perde a Rimini e si pareggia in casa con il Mestre. Sembra finita, invece arrivano altri due successi prima dell’ultima e decisiva giornata sul campo del Vicenza. Vincendo i biancorossi sarebbero praticamente salvi: la missione viene compiuta grazie a una punizione di William Pederzoli, a fine partita si esulta sugli spalti e negli spogliatoi. Poi la doccia gelata: alcuni risultati cambiano in extremis, cinque squadre arrivano appaiate a 32 punti e la classifica avulsa condanna il Piacenza alla serie C2. La situazione è aggravata dalle difficoltà di bilancio, tanto che il sindaco Stefano Pareti paventa la possibilità di dover portare i libri contabili in tribunale. Il presidente Angelini e i consiglieri si dimettono, restano solo Dante Micheli e Bosia per il “disbrigo delle pratiche in corso”: il Piacenza è ufficialmente in vendita.

 

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