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Luigi Loschi inizia il disimpegno dopo un decennio al timone biancorosso

STAGIONE 1980/1981

 

SERIE C1 girone A

 

Il deludente esito della stagione 1979/80 provoca scossoni a livello societario. Loschi, che si era battuto in prima persona per allestire una squadra da promozione, vuole passare la mano: troppa la fatica e le risorse economiche impegnate senza ritorni, né sportivi né (a suo dire) da città e tifosi. Si chiude un’era iniziata nel febbraio 1972, si apre quella di Gian Mario Mori, già vice di Loschi. È a capo di un gruppo di consiglieri che ai primi di ottobre rilevano il pacchetto azionario, dopo una trattativa andata a vuoto con l’ex presidente del Sant’Angelo Achille Bosia. Lascia definitivamente anche un’altra figura storica, il direttore sportivo Tonino Canevari, in sella quasi ininterrottamente dal 1967.

Le traversie societarie ritardano l’allestimento della squadra, come spesso accade si pensa prima a vendere. Il nodo principale riguarda Crepaldi e Fiorini, alla fine entrambi riscattati da Fiorentina e Bologna; partono anche le due colonne del centrocampo, il capitano Rino Gritti e il mediano Zanotti. Per l’attacco si scommette su due giovani, Coppola e Belli; alle loro spalle, confermati Skoglund e Moro, si aggiungono il regista italo-venezuelano Mendoza e la mezzala bolognese Leonardo Rossi. Dal Riccione, in cambio di Gritti, arriva lo stopper Maiani.

La scelta dell’allenatore, che dovrebbe essere la prima mossa, viene ritardata fino alla fine di luglio. In ballottaggio ci sono Pietro Maroso e Giacomo Losi, la spunta quest’ultimo: cremonese, già giocatore simbolo della Roma, ha esperienza di campionati di C con squadre giovani ma manca della necessaria grinta. Perché la stagione si rivela subito difficile, il problema principale è il gol. Troppo acerbe le punte e fragile l’impianto di gioco, la palla non entra e il miglior marcatore risulterà essere Skoglund con 9 reti. Rivoluzione in ottobre: torna Gian Nicola Pinotti in porta, per l’attacco si acquistano anche Ramella e Quattrini, Coppola va alla Lucchese ritrovando subito la via della rete. Ma anche i nuovi innesti non ingranano, il pubblico contesta e Moro, dopo aver realizzato l’1-1 con il Casale, risponde alla tribuna con un gestaccio.

Curiosamente, la stessa squadra che stenta in campionato decolla in Coppa Italia: superato il girone iniziale, vengono eliminate poi anche Pro Patria e Lucchese prima di cadere nei quarti contro la Sanremese. Siamo in febbraio, e a quel punto si era già concretizzato il cambio di panchina: alla fine dell’andata salta Losi, al suo posto c’è un ritorno clamoroso, quello di Bruno Fornasaro.

Pur con una rosa nettamente inferiore a quelle avute in precedenza il tecnico istriano riesce a imprimere il cambio di passo necessario; emerge in questa fase il giovane mediano piacentino Trovati, impiegato stabilmente come titolare. La salvezza arriva solamente nelle ultime giornate, dopo un sonoro 0-5 subito a Reggio Emilia: sei risultati utili consecutivi, tra cui la vittoria di Parma (gran gol di Mendoza), portano i biancorossi a quota 29 punti, tre in più del Casale retrocesso.

 

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