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Paolo Pestrin, faro del centrocampo biancorosso

STAGIONE 1967/1968

 

SERIE C girone A

 

La seconda stagione della gestione Puppo vede un profondo rinnovamento dei ranghi, dopo i risultati non esaltanti ottenuti. C’è un nuovo direttore sportivo, Antonino Canevari, proveniente dal settore giovanile: diventerà un’istituzione lungo tutti gli anni Settanta. Si registra al contrario l’addio di Galandini, la bandiera degli anni Cinquanta e Sessanta lascia definitivamente il calcio a soli 28 anni per ragioni familiari. Partono anche altri veterani, come Tappani e Gasparini, il “Facchetti” biancorosso, che passano al Pro Piacenza di Enzo Bertuzzi.

Romagnoli alza il tiro delle ambizioni, per il mercato stanzia la cifra non indifferente di 80 milioni di lire. Canevari guarda a Torino e Milan per consegnare a Puppo i necessari rinforzi: dai rossoneri arrivano i centrocampisti Corbellini e Cattai, dal Piemonte i giovani Grechi, Bordignon e Facincani oltre al 31enne regista Paolo Pestrin, ormai considerato in declino. L’attacco si completa con l’ala Anniballi e il centravanti Tira, in porta arriva Ferretti al posto di Notarnicola. Puppo introduce una novità: il ritiro in quota prima del campionato, sull’esempio dell’Inter. Il Piacenza trasloca a Prato Barbieri per la preparazione estiva.

È una formazione nuova, che paga i carichi di lavoro intensi in ritiro e richiede naturalmente tempo per amalgamarsi e per adattarsi alle idee di Puppo, come sempre restìo a sacrificare il gioco al risultato. La partenza è di conseguenza al rallentatore: si perde male a Savona, si cade a Valdagno con il Marzotto. Partono i processi e Puppo, che ha già alle spalle un anno di contestazioni spesso capziose, decide di lasciare passando al ruolo di direttore sportivo. Il tecnico, a fine anno, sfogherà l’amarezza per il trattamento subito dalla sua città dalle colonne del mensile Cronache Padane. Il nuovo allenatore è il romagnolo Leo Zavatti, personaggio sanguigno ed estroverso, fautore di un calcio più pragmatico. Ci mette del suo a ricompattare la squadra rafforzando la disciplina e restituendo fiducia, ma approfitta anche della maturazione del lavoro del predecessore, impostato già dalla stagione precedente.

Il cambio di marcia è repentino: quattro vittorie in cinque gare, una striscia di imbattibilità di ben 18 partite. Tira e Facincani steccano al centro dell’attacco, i gol arrivano da Callegari, Corbellini e, sorprendentemente, da capitan Favari che disputa una stagione atipica finendo per diventare capocannoniere della squadra con 11 reti (sia pur con 6 rigori). Anche Pestrin vive una seconda giovinezza, rivelandosi uno dei migliori registi del campionato a fianco del talentuoso Cattai.

I biancorossi si mettono in scia della capolista Como, ma proprio sul più bello inciampano in alcune sconfitte determinanti: in casa contro il Marzotto (con aspre contestazioni all’arbitraggio), ad Alessandria, e soprattutto nello scontro diretto di Barriera Genova contro i lariani, di fronte a oltre 10.000 spettatori. La doppietta di Sironi di fatto consegna al Como la serie B, al Piacenza rimane un brillante secondo posto e la consapevolezza di potersi giocare le proprie carte in chiave promozione l’anno successivo.

 

 

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