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Con 17 reti il bobbiese Albino Cella è il tiratore scelto del Piacenza di Korostelev

 

STAGIONE 1959/1960

 

SERIE C girone A

 

La disastrosa stagione 1958/59, pur senza provocare danni sportivi, provoca un netto cambio di strategia da parte della dirigenza, sempre guidata da Pino Laneri. L’obiettivo è condurre in porto un campionato dignitoso senza spendere cifre folli per nomi altisonanti, memori del fallimento dell’operazione Deprati.

Si punta ancora sui giovani, possibilmente locali. Ferri viene ceduto in serie B, al Mantova, e in cambio arriva il mediano Bibolini con il compito di fungere da chioccia insieme a Di Fraia per i vari Galandini, Civardi, Bosoni e Lanzetti. Il compito di amalgamare il Piacenza “verde” è affidato al boemo Julius Korostelev, ex giocatore della Juventus e del Parma, alle prime esperienze da tecnico. Predica un calcio aperto, d’attacco e lontano da concezioni catenacciare: una filosofia che traspare evidente dall’analisi di cifre e reparti della squadra.

Il nuovo Piacenza è ben lontano dall’essere del tutto convincente. Manca un’ala destra, ruolo in cui si alternano Cucchi, Lanzetti e il rinforzo autunnale Pomati, giocatore di qualità frenato da seri problemi al ginocchio. Preoccupa poi il comportamento della difesa, che a conti fatti risulterà la più battuta del campionato. Il portiere Saletti, oggetto di aspre contestazioni, viene posto in comcorrenza con il modesto interista Tacconi e con il giovane Benedetti; a gennaio viene poi acquistato Renato Gandolfi, ex vice di Bacigalupo nel Grande Torino e scampato per una fortuita casualità alla tragedia di Superga, avendo lasciato il posto al terzo portiere Dino Ballarin.

Funziona invece l’attacco, dove Di Fraia gioca ormai stabilmente come tornante in posizione arretrata. Esplodono due giovani: all’ormai affermato Galandini (che a fine stagione sarà richiesto da numerose squadre, tra cui Parma e Napoli) si affiancano la mezzala Cucchi e soprattutto Albino Cella. Il bobbiese, dopo una stagione di rodaggio in terza serie, segna a ripetizione (17 reti totali) scardinando le difese avversarie con la sua velocità, e si attira le attenzioni di diverse squadre di serie A e B. Il destino però gli giocherà un brutto scherzo: nel corso di un allenamento con la nazionale di categoria riporta il distacco totale del tendine del bicipite femorale destro, chiudendo anzitempo la stagione e perdendo l’ingaggio (già praticamente definito) con la SPAL in serie A.

Si era in aprile, con il Piacenza già installato in una posizione di centroclassifica. Il piazzamento finale è sufficientemente lontano dalle zone calde ma non certo tale da autorizzare ad ambizioni di maggior gloria nell’immediato futuro, anche per l’atmosfera di incertezza economica e societaria che aleggia ormai da diversi anni.

 

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