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Esplode Franco Ghiadoni, eterna promessa dei “boys” biancorossi: 14 reti per lui

STAGIONE 1956/1957

 

IV SERIE girone C

 

La retrocessione a seguito del “caso Piombino” è uno shock per tutto l’ambiente, oltre che un terremoto a livello societario. La compagine dirigenziale viene decapitata con l’inibizione di Albonetti, peraltro dimissionario già prima della sentenza. Non si riesce a formare un nuovo Consiglio Direttivo, e si procede a una gestione commissariale sotto la guida di Arturo Bosi.

Il mercato viene condotto in fretta e furia grazie a una proroga accordata dalla Lega. Si punta apertamente a recuperare la categoria perduta, ma non è semplice rimpiazzare i numerosi prestiti ritornati alla base (e tra questi anche il cannoniere Bean). Si punta su due elementi di grande esperienza per il reparto arretrato, il terzino piacentino Mario Gabbiani e il mediano Colombetti, a cui si affianca Ernesto Cesena promosso titolare dopo una lunghissima gavetta. L’attacco poggia sul deludente centravanti Trubbia e sul rientro dopo il servizio militare dell’ala Ghiadoni. Le conferme di Perissinotto, Bissi, Ferri e Marchesi costituiscono l’ossatura della squadra; Bodini resta sulla panchina biancorossa, onorando il contratto firmato a suo tempo.

La squadra è la grande favorita del campionato, se non altro per il nome. Sul campo però questa superiorità stenta a concretizzarsi: Bodini torna a un assetto tattico più tradizionale ma il gioco non è brillante e i risultati sono altalenanti. L’autunno porta due novità: Augusto Savi viene nominato presidente, e al centro dell’attacco esordisce un giovanissimo bobbiese uscito dal vivaio, Albino Cella. È un’intuizione felice di Bodini, il ragazzo non delude e realizzerà 11 reti. L’attacco decolla e Ghiadoni, eterna promessa dei “boys”, esplode nelle vesti di cannoniere mettendo a segno a fine stagione un totale di 14 gol.

I biancorossi sono secondi alla fine del girone d’andata, espugnano il campo di Lodi nel derby interrompendo un’imbattibilità interna dei bianconeri di 36 gare e restano a un’incollatura dalla vetta fino a primavera. Poi arriva il cedimento: tra aprile e maggio una striscia negativa (2 punti in 4 partite) consente al Marzoli di involarsi in testa al campionato. Per il Piacenza c’è un terzo posto non esaltante, ma che consente l’iscrizione al nascente Campionato Interregionale, categoria costituita come “cuscinetto” tra la serie C e la vecchia IV serie.

 

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