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Il piacentino Arrigoni compone con Mari e Bonistalli un tridente da 45 gol

 

 

STAGIONE 1953/1954

 

SERIE C

 

L’esito deludente del campionato 1952/53 non è privo di conseguenze, soprattutto di fronte agli esborsi sostenuti nel biennio precedente. Grandi, Albonetti e Bizzio restano al timone della società, e per rientrare dal deficit di bilancio la squadra dei “Papaveri” viene smantellata: Ballarin, Meregalli, Oldani, Trevisan e Romani vengono ceduti, Seratoni passa in prestito al Genoa in serie A. Anche Celio viene posto in lista condizionata, salvo poi essere reintegrato a gennaio quando il neoacquisto Scaccabarozzi parte per il servizio militare.

Il fiumano Attila Kossovel, già giocatore del Milan negli anni Trenta, è il nuovo allenatore biancorosso. Dispone di una formazione numericamente limitata, che conta sul rientro dai rispettivi prestiti di Saletti e Bissi mentre i rinforzi di maggior spessore (le mezzeali Giraudo e Soldani) vengono rapidamente accantonati. Intorno ai “capi carismatici” Celio e Zannier (poco portati però a unire lo spogliatoio) c’è spazio per i giovani del vivaio: il portiere Menta, il mediano Cucchetti, e soprattutto l’ala Arrigoni, che si aggiunge ai confermati Mari e Bonistalli, quest’ultimo promosso stabilmente titolare dopo la cessione di Seratoni. Nasce il trio primavera: i tre giovani attaccanti non deludono le aspettative, realizzando complessivamente 45 gol. Mari ne mette a segno da solo 22, con i quali si laurea capocannoniere del campionato.

Forte di un attacco simile, il Piacenza non corre grandi rischi pur non inserendosi mai nella lotta per la promozione anche dopo gli innesti invernali della mezzala Cozzolini e del quotato centravanti Zucchinali, acquistato nonostante precarie condizioni fisiche. Consapevole dei limiti della rosa, Kossovel punta soprattutto a conferire alla squadra un valido gioco d’assieme, anche se i risultati sono numericamente altalenanti. Si registrano vittorie come il 6-1 alla Lucchese, il 5-0 alla Carbosarda e l’8-0 inflitto alla Carrarese nell’ultima giornata (il più ampio successo nella storia biancorossa del dopoguerra); ma anche pesanti rovesci a Catanzaro e Maglie, oltre all’umiliante 0-3 subito a Barriera Genova dal Parma. Al miglior attacco del campionato (63 reti) fa da contraltare una difesa di poco più efficace rispetto alle squadre in lotta per non retrocedere.

 

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