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DELLA STAGIONE Il campionato
Giovanni
Bertuzzi da Rivergaro è la nota lieta di una stagione disastrosa |
STAGIONE 1940/1941 SERIE C girone B L’entrata in
guerra dell’Italia non modifica i ritmi dello sport, per quanto l’atmosfera
sia tutt’altro che serena. Il campionato 1940/41 si svolge così regolarmente,
e non vede certo i biancorossi nei panni dei protagonisti. Nuovo è il
presidente, il ragionier Giuseppe Bobbi, socio del Pastificio S.Sisto, e
nuova la sede in via S.Marco presso il Gruppo Rionale Mussolini, inaugurata
in dicembre. Novità anche sul fronte stadio, la cui gestione passa dal Comune
al CONI secondo un costume sempre più frequente nello sport fascistizzato. Le
ristrettezze economiche dettano legge e addirittura mettono in pericolo
l’iscrizione al campionato, mentre vengono sempre più trascurati ciclismo e
atletica (la Piacenza Sportiva è, tecnicamente, una polisportiva). Lasciano
quasi tutti gli elementi non locali; il portiere Borghesio, inizialmente
posto in lista di trasferimento, viene reintegrato solo a novembre. Vergnano,
che è ormai un pilastro della mediana, è chiamato alle armi dopo poche
partite. Per ragioni economiche (un trainer costa 18mila lire all’anno) si
torna alla formula della commissione tecnica in auge per tutti gli anni
Venti: la compongono Ernesto Bertocchi, Alfredo Massari e Antonio Rossetti.
Dopo dodici stagioni complessive viene ammainata la bandiera di Pitìn Cella,
che appende le scarpette al chiodo e completa l’uscita di scena del nucleo
storico del decennio precedente. Il nuovo Piacenza
è di fatto una rappresentativa provinciale: in difesa si disimpegnano i
piacentini del sasso Malchiodi e Mazzocchi, veterani nonostante i 28 anni, e
il rivergarese Molaschi. Mezzala destra è Gino Vaghini, uomo simbolo degli
anni Quaranta. All’ala sinistra si fa notare Giovanni “Josè” Bertuzzi,
prelevato dal Codogno. Attaccante di grande talento (giocherà anche nel
Brescia e sarà provato dal Bologna), è dotato di un potente sinistro ma si
rende protagonista di “mattane” che ne limitano notevolmente la carriera. In
mediana emerge l’ex vigevanese Brugola, elemento solido e particolarmente
duttile che rimarrà a Piacenza per tre stagioni sino alla sospensione dei
campionati. Il destino del
Piacenza è praticamente scritto: al confronto con squadre assai più esperte,
la formazione biancorossa mostra subito la sua fragilità tecnica. L’attacco,
ancora privo di un centravanti degno di tal nome, vive sulle prodezze di
Bertuzzi; la difesa non si può certo dire ermetica, poco protetta da una
mediana che non trova i suoi equilibri. Non basta un grande finale di
stagione a rimediare ai disastri di un anno mal programmato, in cui spicca,
tra l’altro, l’incredibile sconfitta interna nel derby con la Cremonese
(4-5). Tuttavia il capitombolo in Prima Divisione, maturato sul campo dopo il
rovescio contro il fanalino di coda Monza, non si concretizza: la rinuncia
del Pro Palazzolo libera infatti il posto ai biancorossi, garantendo la
permanenza in serie C. |