INDICE DELLA STAGIONE Il campionato
Il centromediano Alfredo Massari,
alfiere biancorosso per un decennio |
STAGIONE 1925/1926 Seconda Divisione Nord girone C Il contraccolpo
della mancata promozione ha pesanti effetti sulla società. Il campo di
Barriera Genova rischia nuovamente di essere venduto e smantellato, occorre
un’ulteriore sottoscrizione dei sostenitori per racimolare la cifra
necessaria a salvarlo. Quasi tutti i non piacentini tornano a casa dopo il
servizio militare, con la sola eccezione del mediano Cappa che rimane per un
anno in borghese. La nuova squadra è costruita su diversi giovani travasati
dalla squadra uliciana del Balilla, che si fonde con i biancorossi in estate,
e su qualche ritorno eccellente: il pioniere Paleari arrivato da Casteggio
con le meteore Silvani e Contardi, l’ex militare Bolledi, a gennaio anche
l’arrugginito bomber Cavallini. In porta si punta sul quotato Cerruti,
rimpiazzato dopo poche deludenti partite dal modenese Gavioli o dal giovane
piacentino Filippini. Manca un vero e proprio centravanti (nonostante le
buone prove di Armani II) e anche Bernetti accusa un calo di brillantezza
rispetto alla stagione precedente. L’allargamento
delle promozioni in Prima Divisione alle prime quattro classificate non porta
beneficio ad una formazione che dopo una buona partenza annaspa in posizioni
di rincalzo. La commissione tecnica alla guida della squadra varia più volte
la sua composizione, sotto la presidenza prima di Ernesto Bordi e poi, dal 20
gennaio, di Pierino Gazzola che a sua volta si dimette il 17 marzo. I
risultati però non migliorano, nel finale di stagione si pesca a piene mani
dalle formazioni giovanili e dai giocatori “liberi” delle squadre uliciane:
esordiscono così il mediano Salamoni e il jolly Loranzi, due calciatori che
faranno epoca. Con un punto nelle ultime sei partite c’è aria di
smobilitazione, arrivano sconfitte pesanti; a Gonzaga il portiere Filippini e
il mediano Gobbi danno forfait in extremis e il Piacenza (in dieci) deve
schierare l’ala Rossetti in porta. Le conseguenze di questo finale di
stagione sono imprevedibilmente gravi: per allargamento dei quadri vengono
ammesse alla Prima Divisione anche la quinta e la sesta classificata, ovvero
Pistoiese e Carpi. Il Piacenza, che si era piazzato settimo (per un punto!),
può soltanto mangiarsi le mani per l’incredibile opportunità gettata al
vento. |