INDICE DELLA STAGIONE Il campionato
Daniele Cacia torna a casa, ma sarà
un’esperienza breve e segnata dalle polemiche |
STAGIONE 2019/2020 SERIE C girone B Il contraccolpo della mancata promozione in serie B avrà ripercussioni
molto più vaste di quanto fosse lecito attendersi. Ufficialmente si prosegue
nel segno della continuità: Franzini, dopo una
breve incertezza, viene riconfermato alla guida della squadra e l’obiettivo è
sempre un campionato di vertice per tentare di inserirsi nel discorso
promozione. In realtà inizia un processo di progressivo scollamento
tra società, tecnico e ambiente: non sono poche le voci che contestano a Franzini scelte poco coraggiose e un gioco troppo povero,
e la stessa dirigenza gli impone un cambio di rotta e di modulo (il 4-3-1-2,
poco congeniale alle sue idee) che ha tutti i crismi di un’ingerenza tecnica.
La nuova stagione nasce con risorse più limitate dopo gli sforzi sostenuti, e
anche per questo motivo si decide di schierare 4 giocatori “under” (nati dopo
il 1° gennaio 1998) sempre e comunque, per massimizzare i contributi di
valorizzazione federale. Un diktat societario che assumerà nel corso della
stagione contorni a tratti grotteschi, con Franzini
spesso obbligato a scelte tecniche non ottimali. Con queste premesse il mercato condotto da Matteassi risulta assai complicato. Partono diversi
protagonisti della stagione appena conclusa: Bertoncini
e il ristabilito Corazza vanno alla Reggina, dove faranno faville, Ferrari e Terrani non vengono confermati e lasciano anche due della
“vecchia guardia”: l’ex capitano Silva, ormai fuori dal progetto tecnico, e
soprattutto il portiere Fumagalli che non accetta di fare da vice al giovane
juventino Del Favero. Di contro, gli innesti sono di valore: spiccano il
trequartista Cattaneo, il regista Giandonato e
l’attaccante Paponi, tutti elementi di primissimo
livello. La ciliegina però ha il nome di Daniele Cacia: l’indimenticato
bomber della serie B, svincolato dopo l’esperienza di Novara, tiene fede alla
promessa di chiudere la carriera in biancorosso risollevando gli entusiasmi
di una piazza ancora sotto shock. Anche sul campo però il Piacenza sembra risentire del
trauma di Siena. La squadra continua a mancare di un gioco valido e di
continuità, ci si fa forza delle individualità soprattutto con Pergreffi (inedito goleador), Della Latta e un Paponi implacabile sottoporta.
Steccano le stelle, da Giandonato a Corradi
passando per Cattaneo e soprattutto Cacia che diventa presto un caso. Il
bomber appare appesantito e scollegato da compagni e ambiente, il suo
malumore esplode platealmente dopo la partita con il Ravenna nella quale
segna il suo unico gol: attacca i fratelli Gatti e ne nasce una frattura che
nonostante le dichiarazioni di circostanza non si sanerà più fino alla
rescissione di dicembre. L’ambiente si spacca, Marco Gatti annuncia le
dimissioni in favore di Roberto Pighi, poi respinte dal consiglio di
amministrazione. La stagione diventa un malinconico trascinarsi. La
squadra non trova né un assetto tattico né una personalità pur restando
sempre in zona playoff, Franzini sale di nuovo sul
banco degli imputati, il pubblico rumoreggia, il mercato invernale è di
piccolo cabotaggio. Sullo sfondo però si stanno profilando problemi ben più
seri: le notizie di un virus letale proveniente dalla Cina diventano
all’ordine del giorno, e il 21 febbraio la pandemia di Covid-19 deflagra
anche in Italia. Dopo la scoppola di Carpi quattro turni vengono rinviati
prima della sospensione a oltranza del campionato, che finirà per essere
sospeso a tempo indeterminato quando il governo decreterà il lockdown generalizzato della nazione ai primi di marzo. L’impatto della pandemia sul Piacenza è economicamente
devastante. La primavera porta una rivoluzione senza precedenti, quasi tutti
i giocatori sotto contratto rescindono il contratto, e con loro il ds Matteassi, per alleggerire i
costi a bilancio. Il vero terremoto però è datato 6 giugno: i Gatti dicono
basta, questa volta sul serio. Dopo 8 anni e una scalata iniziata
dall’Eccellenza cedono la società a Pighi, logorati da un anno usurante sul
piano economico ed emotivo. In queste condizioni, quando la Lega di serie C in giugno
fa ripartire la stagione con la disputa dei playoff (sulla base di una
classifica finale calcolata con un algoritmo) la società sceglie
deliberatamente di rinunciare anche per gli alti costi delle misure di
sicurezza sanitarie. Un finale amaro e stanco, antipasto di una stagione che
si preannuncia ancora più difficile. |