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L’esperto Alessio Sestu, uno degli alfieri della squadra che sfiora la B

STAGIONE 2018/2019

 

SERIE C girone A

 

L’annata del centenario si apre all’insegna di rinnovate ambizioni. Il sogno non nascosto è la serie cadetta, si opera di conseguenza pur senza mai dichiarare scoperti propositi di promozione. D’altra parte, l’ennesima caotica estate del calcio italiano regala un campionato che definire anomalo è poco: la Lega di serie B decreta con un colpo di mano il blocco dei ripescaggi dalla terza serie. Si va avanti fino a novembre inoltrato a suon di ricorsi e controricorsi delle società coinvolte che alla fine, loro malgrado, restano in organico alla serie C e con due mesi di campionato da recuperare. Il Piacenza finisce così per ritrovarsi nel girone una concorrenza spietata: Virtus Entella, Pro Vercelli e Novara retrocesse dalla B, oltre a Pisa, Arezzo e Carrarese con ambizioni simili al Piacenza.

La famiglia Gatti non molla e rilancia: in società entra come vicepresidente operativo Roberto Pighi, che ha appena lasciato la pallavolo, il budget sale a 4 milioni di euro, Matteassi (premiato come miglior direttore sportivo della serie C) e Franzini sono confermati. Arrivano nomi di peso ed esperienza: Sestu, Nicco e Porcari, non più giovanissimi ma con un passato importante, oltre al giovane terzino Barlocco e al rientro di Bertoncini, che vivrà una stagione di alto livello. Confermati tutti i big, compreso Corazza che però è di nuovo vittima di un grave infortunio al crociato in precampionato: perderà di fatto l’intera stagione.

La partenza di campionato, con tre vittorie consecutive, sostiene le migliori aspettative. È il classico Piacenza di Franzini: squadra dal gioco non brillante (un leit-motive nelle critiche, che ricordano quelle rivolte anche a Rota e Cagni), fatta soprattutto di difesa forte e contropiede, ma concreta, quadrata e tignosa. Manca qualcosa per il salto di qualità, come evidenziano gli scontri diretti e la consueta flessione invernale: una punta in grado di coniugare manovra e finalizzazione e un’alternativa agli estri di Sestu che dopo una partenza a razzo si spegne progressivamente. Il mercato di gennaio porta quindi il centravanti Ferrari, eccellente stoccatore, e l’ala Terrani che però non ingrana.

Il Piacenza è sempre a ridosso della vetta, la tiene anche per diverse giornate, ma l’esaurirsi dei recuperi porta al rilancio della Virtus Entella grande favorita della vigilia. I liguri prendono il largo in testa vincendo lo scontro diretto di Chiavari, da lì in avanti parte una rimonta furibonda degli uomini di Franzini: sette vittorie e un pari in otto partite, trascinati da Ferrari e da un Corradi in forma strepitosa. Sale dopo anni la febbre del tifo, quasi 9000 spettatori assistono al recupero della partita di andata contro la Virtus Entella fissato addirittura in aprile, a due giornate dal termine e con il Piacenza in ritardo di un punto. È la serata perfetta perché il tuffo di testa di Sestu porta al sorpasso in classifica, un vantaggio da difendere contro l’Olbia e a Siena. Invece in Toscana si consuma il dramma: i biancorossi troppo contratti perdono 2-0, l’Entella con un gol in fuorigioco piega all’89’ la Carrarese imbottita di riserve e vola in serie B per la disperazione dei 3000 piacentini scesi nella città del Palio.

La botta è tremenda ma restano i playoff, per ripianare il caos dell’estate precedente le promozioni a disposizione sono due e non una sola. Il Piacenza, forte del secondo posto in regular season, entra in gioco dai quarti di finale (ma di fatto semifinali): piega con qualche affanno la matricola terribile Imolese, poi affronta il Trapani dell’ex Taugourdeau, in crisi societaria e nel bel mezzo di una messa in mora da parte dei giocatori. Non c’è storia, i biancorossi in piena riserva fisica e mentale soccombono per 2-0 in Sicilia ingoiando il secondo, amarissimo boccone della stagione.

 

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