In ricordo di Camillo
Arquati
Il 16 settembre 2015 ci ha lasciati Camillo Arquati, grande
appassionato di calcio, tifoso del Piacenza ed apprezzato collezionista di
materiale calcistico piuttosto noto a livello nazionale. Era anche stretto collaboratore
di questo sito dedicato alla storia del Piacenza al quale aveva fatto pervenire
molto materiale storico.
Ci siamo conosciuti
nell’ormai lontano 2009; o almeno, a quella data risale la prima mail che
abbiamo ricevuto da lui e che è ancora conservata in archivio. Era persona
"di carattere" come si suole dire di chi ha opinioni chiare e nette,
abile conversatore ed istintivamente generoso e disponibile verso gli altri. Ma
soprattutto, era divorato dalla "passione per la carta", come tutti
noi che spendiamo tempo, energie e qualche soldo nella storia del pallone.
Collezionista all'antica, col fiuto e l'intuito del cane da tartufo; ricevere
qualcosa da lui era sempre un’emozione, un po’ perché era in grado di stanare
documenti e cimeli incredibili, un po’ perché sapevamo quanta fatica gli era
costato scannerizzare il suo materiale, lui così refrattario alla tecnologia e
al “nuovo”. Lo stesso motivo che lo portava a ignorare tutto quanto fosse
posteriore al 1983 e all’avvento di Garilli, perché, a suo dire, “dopo il
calcio si è degradato”. Camillo era molto legato a quel calcio quasi
artigianale degli anni '60 e '70, che se non era proprio "puro" in
senso stretto era comunque lontanissimo dagli eccessi odierni. Un calcio nel
quale non giravano molti soldi e nel quale erano frequenti i giocatori che
vestivano una sola maglia per tutta la loro vita sportiva.
E proprio per questo suo legame a quel calcio, egli conosceva
un sacco di curiosità e di piccoli aneddoti legati al Piacenza degli anni '70.
Trovava inconcepibile che qualcuno non conservasse quasi
religiosamente il materiale di cui disponeva, andava in bestia se si sentiva
rispondere “ho perso tutto nei vari traslochi”. Magari “toppava” la datazione
di una foto, o una didascalia, e allora ecco piovere una mail con la richiesta
di informazioni, che gli passavamo ben volentieri.
Al di là del calcio comunque la sua personale biblioteca era
estremamente ampia, sia in quantità che per varietà di interessi. Fra questi
Camillo coltivava anche la passione per la musica, in particolare del rock
progressivo italiano, un genere musicale di nicchia, che nonostante una
generale tendenza alla odierna produzione di musica "usa e getta", ha
un pubblico abbastanza numeroso e fedele.
Per noi è stato tutto questo, ma soprattutto un amico, un
compagno d’avventura, un complice della nostra insana passione con cui abbiamo
condiviso anche spedizioni “di caccia”.
Lo abbiamo accompagnato per il suo ultimo viaggio di sabato,
giorno nel quale solitamente ci si incontrava per quattro chiacchiere, e già ci
manca. Addio Camillo, e che tu possa trovare pace dopo tanti anni sempre di
corsa.